Lo Stagnone, in epoca fenicia, era un luogo strategicamente importante per la presenza dell’isola di Mozia, sicuro centro commerciale fenicio per gli scambi tra Oriente e Occidente. Il periodo di splendore dello Stagnone si concluse con la conquista romana e rimase nel silenzio fino alle soglie dell’età moderna.
Con un notevole salto di secoli, lo Stagnone tornò ad avere una funzione importante ai tempi della dominazione spagnola, nel XV secolo, quando lungo il suo litorale furono costruite le saline e quando si incrementò l’attività della pesca.
Le saline sono ancora oggi una delle peculiarità della Riserva dello Stagnone e possono essere visitate, così come gli imponenti mulini a vento che venivano e vengono utilizzati per il pompaggio dell’acqua e la macinazione del sale.
LA RISERVA DELLA STAGNONE
La riserva prende il nome dalla laguna detta “Stagnone” che si estende da Punta Alga fino a San Teodoro e che comprende quattro isole: Mozia, Isola Lunga, Schola e Santa Maria. La laguna è un ampio tratto di mare separato dal resto del Mediterraneo da un grande frangiflutti naturale, l’Isola Lunga, che rende le sue acque tranquille. Il mare qui si mantiene molto basso, ed è possibile percorrerlo per lunghi tratti senza che il suo livello superi l’altezza delle ginocchia, da San Teodoro è possibile raggiungere l’Isola Lunga a piedi. È la laguna più vasta della Sicilia, si estende, infatti, dal litorale nord di Marsala fino alla città di Trapani, e si sviluppa entro il territorio di Marsala.
La laguna dello Stagnone è diventata riserva naturale perché costituisce l’habitat ideale di riproduzione e di ristoro per tantissime specie animali; tra queste i fenicotteri rosa che sempre più spesso e in gruppi sempre più numerosi scelgono lo Stagnone ed in particolare l’Isola Lunga come luogo di riposo. Lo Stagnone è uno dei pochissimi habitat naturali al mondo per la Posidonia, una rara qualità di pianta marina.